Calendario UCI, le domande di Cunego: “Si correrà a porte chiuse? Una maxi-prova ciclistica potrebbe essere una soluzione”

Damiano Cunego non si unisce al coro di voci di apprezzamento per il nuovo calendario UCI. L’ex professionista, vincitore in carriera di un Giro d’Italia e tre Lombardia, ha espresso la propria opinione sul nuovo programma corse ipotizzato dal massimo organismo internazionale di ciclismo, che ha pensato a come risolvere il problema causato dalle tantissime competizioni rinviate a causa del coronavirus. La bozza pensata prevede il Tour de France dal 29 agosto al 20 settembre, appena prima dei mondiali di Martigny (fino al 27 dello stesso mese), per poi ricollocare il Giro d’Italia 2020 a ottobre e la Vuelta a España 2020 a novembre. Le classiche sarebbero invece da collocare tra agosto e ottobre, dando precedenza alle monumento.

Il Principe tuttavia non è sembrato molto convinto dalla soluzione, e sul proprio sito ufficiale ha espresso le sue considerazioni sul tema: “Ritengo già un grande successo che si riesca a recuperare qualche corsa in questo 2020, ma sono tante le possibili complicazioni. L’UCI ha ufficializzato che il Tour de France prenderà il via il 29 agosto e terminerà il 20 settembre. Questa decisione per forza di cose vedrà lo spostamento del Giro d’Italia dopo i Mondiali, previsti dal 20 al 27 settembre ad Aigle-Martigny, in Svizzera. Mi pongo alcune domande: saranno corse a porte chiuse, se si manterranno almeno alcune delle restrizioni attuali? Appuntamenti come la Vuelta forse sono eccessivamente spostati in avanti nel calendario della stagione agonistica? Vale forse la pena di ridurre il numero di tappe del Giro e della Vuelta, come ho sentito ipotizzare? Quando si saprà la data esatta di tutte le altre corse World Tour e delle gare del calendario italiano professionistico?”.

Cunego ha poi rilanciato l’idea del maxi-Tour già ipotizzata in precedenza da Matteo Trentin: “Si potrebbe anche pensare di correre in un’unica maxi-prova a tappe il Giro d’Italia, il Tour de France e la Vuelta a España, che ben difficilmente si potranno disputare quest’anno senza pestarsi vicendevolmente i piedi. Per esempio si inizia da Roma, passando poi per Madrid e arrivando a Parigi. Questo a mio avviso è un ottimo modo per riunire tutte le persone con una gara ciclistica dopo questo momento orribile”.

Il veronese infine ha pensato anche alle corse di categoria minore: “Sono curioso di vedere anche le corse di ciclismo giovanile come e quando verranno recuperate. Il panorama sembra essere ottimistico anche sul ritorno in strada: so che a breve sapremo quando sarà permesso agli atleti di tornare ad allenarsi all’aperto. Deve essere tenuto in considerazione che si avrà bisogno di almeno di un paio di mesi per ritrovare una condizione fisica adeguata a riprendere le gare“.

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